Trovandoci nella zona di San Francisco direzione Sequoia National Park abbiamo deciso di fermarci una mezza giornata nella Silicon Valley! Abbiamo fatto visita alle più importanti aziende:
1601 Willow road, Menlo Park
Arrivando da San Francisco si attraversa (con l’immancabile freeway) una laguna bassa e maleodorante e non si può credere che qui abbia sede l’azienda che contende a Google il primato di sito più visitato al mondo. Invece, lasciata l’uscita della superstrada si raggiunge un complesso di palazzi fatti di vetro e pareti bianche con uno sconfinato parcheggio gratuito (una rarità, in California) in cui ogni corsia avvisa della presenza o meno di posti liberi grazie a una colonnina “smart” che si acccende alternativamente di verde o di rosso. Lasciata l’auto iniziano le brutte notizie: no, le biciclette blu non sono a disposizione degli ospiti (le usano i dipendenti per andare da un lato all’altro del campus) e una guardia giurata avvisa, con gentilezza e fermezza, che la struttura non è aperta al pubblico: si può giusto raggiungere e fotografare la scritta Facebook col pollice in su, che per la precisione si trova al numero 1 di Hacker way (ma dal parcheggio si raggiunge facilmente).
LA CASA DI STEVE JOBS 2101
Waverly street, Palo Alto
La splendida magione dove il co-fondatore della Apple ha vissuto gli ultimi vent’anni della sua vita è immersa nel verde, fra prati curati, scoiattoli che salgono sugli alberi e Mercedes e Tesla parcheggiate nei vialetti. Anche qui, una guardia privata controlla (con discrezione) che non ci si avvicini troppo a quella che resta comunque un’abitazione privata. Come quella di fronte, che al momento risulta in vendita per qualche milione di dollari.
1600 Amphitheatre parkway, Mountain View
A ogni incrocio grosse G su fondo grigio, a ogni semaforo biciclette colorate: si capisce quasi subito di essere entrati a “Google-town”. Anche qui viene subito spiegato che “gli edifici e i bar sono solo per i dipendenti” (e anche le biciclette, di nuovo), ma l’accoglienza è più calorosa che altrove: si può passeggiare ovunque, immaginare a che cosa stiano lavorando le persone sedute sotto agli sgargianti ombrelloni, invidiare il campo da beach volley, scattare tutte le foto che si vuole e soprattutto raggiungere il numero 1981 di Landings drive, dove visitare l’Android Garden (con le statue delle mascotte delle varie versioni del sistema operativo) e farsi un regalo nel Google Store, fra penne, t-shirt, tazze, tappetini per fare yoga, tutine per bambini e così via.
APPLE 1
Infinite Loop, Cupertino
Dalla Apple di allora a quella di oggi il passo è breve (circa 7 minuti, al solito) e l’accoglienza quasi la stessa: mele morsicate dappertutto, cartelli che avvisano dove parcheggiare e soprattutto non parcheggiare (“la vostra auto sarà rimossa a vostre spese”), un minuscolo parcheggio per visitatori, la zona per la foto di rito e l’immancabile Apple Store. Dove una tazza costa 25 dollari (contro gli 8 di quella di Google), e un telefono poco meno di 1000. Ma tanto ci sono i giapponesi che li comprano a due o tre per volta.